LA VEGETAZIONE delle MONTAGNE ALPINE
Con l’aumento dell’altitudine la temperatura media diminuisce; ciò determina negli ambienti alpini un graduale mutamento della flora e della fauna e quindi una distribuzione per fasce altimetriche della vegetazione e delle piante agricole. Man mano, infatti, che si sale verso l’alto diminuiscono le specie vegetali e le piante coltivate che riescono a sopravvivere.
Di solito si distinguono quattro fasce di vegetazione in base all’altitudine. Partendo dal fondovalle si trovano in basso le coltivazioni, poi le foreste, quindi i pascoli e infine le rocce e i ghiaccia. I limiti altimetrici di queste fasce e la ricchezza della vegetazione non sono fissi ma mutano secondo la temperatura media, il grado di piovosità, l’esposizione al sole e ai venti.
Nella quarta fascia, oltre i 3000 m, si trovano le rocce e le nevi perenni. Molti fiori resistono fino a 3250 m; pochissimi, tra cui il ranuncolo dei ghiacciai, fino a 4250 m.
Nella terza fascia (da 2000 a 3000 m) ci sono prati e pascoli con cespugli, alberi nani, arbusti e fiori (rododendri, ginepro, stella alpina).
Nella seconda fascia (fino a 2000-2200 m) domina il paesaggio delle conifere (pini, abeti, larici). In questa fascia le coltivazioni sono assenti.
Nella prima fascia (dal fondovalle a 1500 m) vi sono le coltivazioni dei cereali maggiori, degli alberi da frutta e degli ortaggi. La vite arriva fino a circa 800 m, mentre la patata e i cereali come avena e segale superano gli 800 m. Nelle zone meno alte di questa fascia vi sono i boschi di latifoglie (quercia, frassino, castagno) e, nelle zone più alte, del faggio.
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